GIUNTATRICI A LIQUIDO

Quando si parla di giunture, specie di quelle a collante, ci sono diversi fattori di cui tenere conto per valutarne la bontà dell'esecuzione. Fra questi includerei innanzitutto la precisione: essa deve essere tale per cui la distanza tra due fori contigui fra i quali la giunta viene a trovarsi, deve essere praticamente identica alla distanza normalmente presente fra ciascun foro, altrimenti in proiezione si assisterà a un momentaneo abbassamento di quadro, una frazione di secondo prima di ogni stacco, cosa che reputo estremamente fastidiosa. Analoga precisione è richiesta all'allineamento dell'asse longitudinale dei due spezzoni giuntati, altrimenti i bordi esterni non coincidono e si crea un lieve intoppo nel trascinemento che, per quanto normalmente compensabile dalle guide elastiche del pattino guida del proiettore, provocano un'oscillazione laterale anche qui una frazione di secondo prima di ogni stacco.
Poi c'è la "invisibilità" della giunta: essa non deve né far passare luce fra i due lembi (può accadere con giunte a secco un po' stirate, dannosissime quando si fa il telecinema "Cintel" o Shadow"), né presentare spesse linee orizzontali scure sulla larghezza del fotogramma; tantomeno mezze parti di fotogrammi. Infine l'incremento di spessore del punto di incollaggio deve rimanere talmente basso da non provocare particolari rumori nel proiettore o momentanee perdite di contatto con le testine sonore.

Nel campo delle giuntatrici a collante, di cui ci occupiamo in questo articolo, diversi sono stati gli accorgimenti per assicurare che tutte queste condizioni fossero più o meno fatte salve.

Il tipo di giuntaggio S/8 a liquido più semplice è la cosiddetta giuntura a scalino. Le due metà sono rifilate e preparate in modo tale che l'emulsione e il lucido del supporto vengono asportati uniformemente (in quanto a profondità di intervento) mediante abrasione meccanica. L'aumento di spessore è pari a un buon 70%. Se poi gli spezzoni vengono sagomati in modo non complementare (v.oltre), il punto di giuntaggio consisterà in un fotogramma la cui metà superiore presenterà la scena in uscita, e la parte inferiore la scena in entrata. Quindi, anche se l'allinemamento dei due spezzoni fosse perfetto, la giuntura sarà molto visibile sullo schermo e molto udibile per via dello spessore, soprattutto proiettando a 18 fps (ma a 24 le cose non cambiano molto).

Quando parlo di "sagomatura complementare", intendo che solo uno dei due spezzoni debba essere tagliato oltre la linea di demarcazione e non entrambi come fanno le giuntatrici più elementari. Di solito il lembo in uscita, da ripulire sul lato del supporto, viene tagliato dalla giuntatrice lungo la linea di demarcazione, mentre il lembo in entrata viene tagliato un po' prima (circa 1 mm in altezza del fotogramma). L'abrasione dell'emulsione da questo secondo lembo va eseguita solo su quel millimetro di pellicola, che quindi diventerà perfettamente trasparente; idem per la lucidatura della "base" sul primo spezzone: va eseguita per non più di quel millimetro (a partire dal bordo di taglio) che andrà a ricevere il millimetro smerigliato trasparente dell'altro spezzone, anche se ovviamente nessuna immagine andrà persa da questo lato. In questo modo lo spezzone in entrata si attaccherà all'altro col piccolo "avanzo" di cui sopra, sovrapponendosi perfettamente alla smerigliatura precedentemente affettuata. L'operazione di incollaggio eliminerà qualsiasi disturbo salvo che per una sottile riga nera orizzontale su tutto il fotogramma, che comunque verrà minimizzato dal tipo di luce prodotta da ogni proiettore, ossia luce diffusa. C'è da dire che un occhio attento può comunque riuscire a captare questo "disturbo", malgrado la sua durata sia di appena un 24/esimo di secondo; ma la sua visibilità dipende in larga parte dal contenuto visivo dell'immagine: se è scura, è molto più difficile rilevare questa sottile linea. E ciò spiega perché la parte con l'emulsione asportata è quella dello spezzone in entrata: in questo modo, infatti, il rigo in questione andrà sempre a posizionarsi nella parte bassa dello schermo, dove di solito si trovano aree di immagine più scure, mentre di certo il cielo tende normalmente a occupare la parte superiore, dove questa riga orizzontale risulterebbe certamente più evidente.
Di solito quando è presente la sagomatura complementare, la giuntatrice esegue anche una abrasione e smerigliatura di tipo spiovente, ossia riducendo lo spessore del film progressivamente all'avvicinarsi al bordo di taglio (limitatamente all'area di lavoro descritta sopra). Ciò al fine di avere un minimo incremento di spessore sul punto di giunzione. Si parla, allora, di giunzione a cuneo (per chi bazzica la Ebay tedesca: "keilformige Klebestelle")


Normalmente le giuntatrici Agfa, Bolex e Hahnel ottengono questo risultato con la raschiatura controllata di precisione dei due lati della pellicola. Il materiale in eccesso viene polverizzato ed eliminato (occhio alla pulizia!). La Hahnel (e relative cugine Bauer e Braun) fa uso di una fresetta motorizzata a batteria, con granuli di zaffiro che rende la preparazione molto comoda oltre che precisa (ma non più rapida), anche se solo l'esperienza può dire quando è il momento di terminare l'operazione, in quanto raschiando troppo, la giunzione risulterà fragile. In quanto a questo la Agfa F8S è probabilmente la miglior giuntatrice del gruppo: il suo sistema di frese non agisce più, una volta che ai due lembi da giuntare è stato dato il giusto spessore, indipendentemente dal fatto che il montatore continui ad azionare il raschietto; a prova di sbaglio!

Va citato anche un altro gruppo di giuntatrici, invero molto ristretto: quello formato dalla Hammann Filmspalter e dalla Zeiss Movipress. Entrambe hanno in comune con le altre tre il tipo di risultato, ma esso viene ottenuto in modo leggermente diverso: invece di raschiare i lembi da preparare al giuntaggio, questi vengono tagliati con dei coltelli di precisione in modo da creare un cuneo: un po' come quando si taglia il salame mettendo il coltello di traverso rispetto all'insaccato e questo alla fine presenta un taglio spiovente. Se si potesse ingrandire uno spezzone di pellicola fino al punto da avere l'idea concreta del suo spessore, il taglio di questi lembi avrebbe lo stesso aspetto. Il vantaggio rispetto al primo gruppo è che non c'è produzione di polveri, bensì la semplice asportazione di un truciolo facile da controllare; non va dimenticato, infatti, che la pulizia del S/8 è fondamentale durante il montaggio, poiché qualsiasi corpo estraneo depositatosi sulla pellicola verrà ingrandito quanto l'immagine stessa, cioè svariate centinaia di volte. Inoltre l'operazione è sensibilmente più rapida con le Hammann e le Zeiss che con le altre giuntatrici. Unico punto a sfavore: non possono essere impiegate con pellicole pistate. L'applicazione della pista magnetica va fatta dopo il montaggio finale. Infine, e sempre riguardo al sonoro, va detto che in teoria queste famiglie di giuntatrici con taglio "a fetta di salame" dovrebbero garantire un minor livello di disturbo nel passaggio sulle testine sonore, ma nella pratica il disturbo, comunque molto contenuto, non è inferiore, almeno a orecchio, a quello che si ottiene con le varie Agfa o Hahnel (impegnandosi un po' più della media); è comunque fuor di dubbio che con le "filmspalter" i risultati sono più costanti, in quanto intrinsecamente più precise.

A sinistra: vista d'insieme della Zeiss Ikon Movipress (sic) S8. A destra: la Zeiss con i vari pressori sollevati.

Ulteriore considerazione: non sempre la precisione di giuntaggio fa da contraltare alla precisione nella preparazione dei due lembi: infati le Hahnel motorizzare, se non tarate alla precisione, incollano i due spezzoni (pur preparati alla perfezione) in modo che il loro asse di simmetria longitudinale non è perfettamente allineato, creando quel problema di cui si diceva all'inizio. Le Zeiss, invece, se non tarate alla perfezione possono incollare i due spezzoni un capello prima o dopo rispetto al punto ideale. L'optimum, pertanto, se non si ha voglia di tarare questi accessori, è usare una di queste giuntatrici solo per preparare la pellicola a ricevere il solvente di incollaggio, per poi utilizzarne un'altra solo per effettuare l'incollaggio (fusione) dei due spezzoni sotto pressa. Ciò presenta anche il vantaggio che durante l'essicazione del solvente non si è obbligati ad attendere la fine del processo, ma si può continuare a preparare altri due spezzoni per la giunta successiva. Una pressa perfetta per questo compito è la Bolex, precisa quanto altre mai nella "registrazione" dei fori e nell'allineamento dei due spezzoni.

Per quanto riguarda i costi, sulla solita Ebay tedesca se si è fortunati è possibile vincere una Hahnel o un suo clone Braun o Bauer per meno di 30 Euro, talvolta anche meno di 15. Qualcosa in meno (ma non si può considerare un assioma) per la Agfa e la Bolex, mentre la Zeiss costa un po' di più e la Hammann può costare anche molto di più, ma bisogna considerare che da nuova sfiorava il milione di vecchie lire. I dettagli a cui prestare attenzione variano a seconda della tecnica usata per la preparazione della pellicola: in genere i coltelli abrasivi delle Agfa e delle Bolex tendono a intasarsi di residui di emulsione, piuttosto che a consumarsi (a meno che non abbiano eseguito davvero migliaia e migliaia di giunte); per pulirli è sufficiente un soffione ad aria compressa.

Elemento abrasivo della giuntatrice Agfa
Fresetta motorizzata della Hahnel in azione sul lato emulsionato della pellicola

Per le giuntatrici motorizzate l'unico componente davvero soggetto a usura è la mola di zaffiro che si trova nella fresetta rotante visibile nella foto in alto. La Hahnel le garantiva per almeno mille giunzioni, ma la pratica dimostra che, evitando di pulirle troppo spesso (e quando serve, con estrema delicatezza), questo tetto può anche raddoppiare, poiché i depositi stessi di emulsione che si accumulano sulla fresetta hanno azione abrasiva; questo "aiuta" in un certo senso, la mola stessa, a svolgere il suo lavoro, allungandone la vita, anche se i tempi di raschiatura possono anch'essi allungarsi, talora in misura sensibile; è chiaro comunque che bisogna scegliere il male minore, dato che queste mole non sono più disponibili presso la Hahnel da almeno dodici anni.

Fresetta di ricambio Hahnel sulla sua confezione
Spezzone dal lato emulsionato, pronto per l'incollaggio: si noti la parte raschiata, perfettamente delimitata dalla linea di demarcazione dell'ultimo fotogramma utile

Se capita, si può acquistare una giuntatrice Hahnel (Bauer/Braun) non funzionante: ci sono ottime possibilità che la mola sia ancora in buone condizioni. Comunque si può vedere il problema anche da un altro punto di vista: queste giuntatrici costano oggi molto meno che da nuove: vent'anni fa potevano sfiorare anche le 100.000 lire di allora; se oggi non arrivano a 30 Euro, si può prendere in considerazione di sostituire tutta la giuntatrice qualora la mola dovesse esaurirsi. D'altro canto è ciò che succede con cineprese e proiettori: spesso, a meno che non si tratti di macchine di pregio, si preferisce cercare un modello identico e rimpiazzare l'apparecchio danneggiato, per non pagare una riparazione che spesso è pari al suo valore (soggettivo).

Evidenziato in rosso, il punto di taglio dei due particolari coltelli: quello di destra rifila gli spezzoni, mentre quello a sinistra, a becco d'uccello, realizza il taglio obliquo
I due spezzoni pronti per l' "esecuzione"

Tornando a noi, sulle giuntatrici Zeiss e Hammann l'unica cosa veramente critica è l'allineamento dei particolari coltelli: non bisogna assolutamente pensare che sia impresa da tutti riuscire a ripristinare l'esatto posizionamento se vi venisse voglia di smontarli; si parla di una precisione infinitesimale, altrimenti invece del salame, ci si ritrova con l'insalata (pellicola a fisarmonica). Per cui appena ricevute bisogna provarle e se non vanno, restituirle e farsi rimborsare (però la Zeiss è anche un bel fermacarte, con tanto di lente di ingrandimento retroilluminata…).

A sinistra: spezzoni pronti per l'incollaggio sul ponticello di una Hahnel. A destra: dov'è la giunta? Nell'area evidenziata in rosso c'è la sovrapposizione dei due lembi raschiati a cuneo. La freccia indica una sottile linea nera (non presente nei fotogrammi adiacenti) che attraversa il fotogramma in tutta la sua larghezza: è il bordo esterno dello spezzone di cui è stata eliminata l'emulsione (cfr. foto precedenti), e che ha "accolto" l'altro spezzone dal lato del supporto. La giunta è stata fotografata dal lato dell'emulsione.

Per tutte le tipologie di presse, infine, vanno controllati tutti i pernetti di allineamento: essi devono trovarsi in condizioni tali che non danneggino le perforazioni e che allo stesso tempo creino un minimo di tensione atta a mantenere i lembi in posizione di lavoro senza che sia necessario riposizionarli in continuazione. Un test semplice ma probante può essere quello di applicare uno spezzone senza giunzioni sul ponticello di incollaggio della giuntatrice, coi pressori aperti. Se i pernetti ingranano le perforazioni senza far compiere sforzi innaturali alla pellicola e senza che la superficie si stacchi dal piano della pressa, allora è tutto OK, altrimenti qualcosa non va nella registrazione/allineamento dei sistemi di ritenzione. Anche qui la cosa migliore sarebbe restituire l'acquisto, anche se il problema in qualche caso può essere sanabile.

Un gadget simpatico e utile della Zeiss: la lente di ingrandimento (con retroilluminazione a batteria) per il controllo del taglio e della giunzione
Dettaglio area di lavoro di una giuntatrice Hahnel: evidenziati in rosso, i due speciali guidafilm ("Filmladeautomatik") che consentono di maneggiare la pellicola solo dai bordi, con la massima sicurezza per i rischi di grafi e impronte


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